A Lecce è stata emessa una sentenza che
molto probabilmente farà giurisprudenza. Il Tribunale ha infatti riconosciuto
ad un papà il diritto di usufruire di una riduzione dell'orario lavorativo per
poter stare vicino alla figlia appena nata E alla moglie.
No, non è un errore di battitura la "e" precedente, ho volutamente rimarcare il fatto che finalmente è stato riconosciuto il diritto di una famiglia a stare insieme.
No, non è un errore di battitura la "e" precedente, ho volutamente rimarcare il fatto che finalmente è stato riconosciuto il diritto di una famiglia a stare insieme.
L’arrivo di un bebè, soprattutto se è il
primo, stravolge la vita di una coppia in un modo quasi inimmaginabile: ci si
trova fra le mani un frugoletto piccolo, indifeso che si deve imparare a
conoscere e ad accudire e che necessita di cure costanti, perché allora
dobbiamo lasciare alla mamma – che già deve metabolizzare le conseguenze
fisiche, psicologiche e ormonali del parto – tutto il carico di lavoro? Io
credo invece che mamma e papà debbano concorrere insieme nella crescita del
piccolino, fin da subito.
Insomma la mamma li porta in grembo per
nove mesi, li allatta al seno e questo contribuisce a creare un legame
imprescindibile e trascendentale coi propri figli, il papà quindi già parte
svantaggiato, non credo quindi sia giusto porre ulteriori ostacoli fra papà e
figlio. Penso invece che debbano essere incoraggiati i papà che vogliono accudire
i loro figli e supportare – e sopportare – la compagna nelle delicate settimane
del puerperio ed ovviamente anche dopo.
Ora, infatti, il papà può sì usufruire dei
congedi parentali (già il nome “parentali”
non rende giustizia alla paternità), ma in sostituzione della mamma.
Se cioè la mamma è in maternità, dovrebbe
rinunciarvi, per qualche giorno, per lasciare questo diritto al papà.
Parliamo tanto di parità fra i sessi, ma
le pari opportunità passano anche da qui: dal permettere al papà di fare il
papà in tutto e per tutto. Invece è ancora abbastanza – anzi troppo – radicata
nella nostra società l’idea che al papà spettino i momenti di gioco e alla
mamma tutto il resto.
Credo invece che si debbano responsabilizzare i papà, anzi, penso che siano proprio i papà i primi a voler essere responsabilizzati e a partecipare pienamente alla vita dei propri figli e credo che questa volontà debba essere incoraggiata, non ostacolata.
Credo invece che si debbano responsabilizzare i papà, anzi, penso che siano proprio i papà i primi a voler essere responsabilizzati e a partecipare pienamente alla vita dei propri figli e credo che questa volontà debba essere incoraggiata, non ostacolata.
Il mio compagno, per esempio, è, per mia
fortuna, uno di questi papà del terzo millennio che non vuole perdersi nulla
della vita del proprio figlio, nemmeno prima della sua nascita. Quando però ci
siamo iscritti al corso pre-parto, lui era uno dei pochissimi papà presenti e anche un po' bistrattati. Insomma, al corso stesso volevano
inculcare l’idea che la donna fosse l’unica artefice della crescita del figlio
e che l’uomo fosse solo una presenza di contorno. Durante il corso, poi, i papà non potevano nemmeno assistere agli esercizi di preparazione al parto.
Quando ho cercato di ribellarmi a questa oscenità dicendo che nel momento in
cui tutte noi avremmo dovuto partorire, con tutta probabilità al nostro fianco
ci sarebbero stati i nostri compagni, quindi anche loro avrebbero dovuto essere
pienamente informati e formati per poterci essere d’aiuto; mi è stato risposto
che avevo ragione, ma che una disposizione della Asl locale lo impediva.
Anche in ospedale, dopo il parto, spesso
ai papà non viene permesso di restare in ospedale durante la notte e la
motivazione che a me personalmente è stata data è: “Te la devi cavare da sola, perché a casa sarai sola” O_o
Prima di tutto chi ti ha detto che a casa
sarò sola? E poi questo mi sembra un ulteriore affronto alla libertà di una
famiglia di stare insieme, soprattutto nelle primissime ore.
Questa sentenza, invece, va proprio
controcorrente rispetto alle consuetudini attuali e spiana la strada, speriamo,
ad una nuova visione della famiglia e soprattutto della paternità.
Perché, è inutile, noi donne siamo ancora ossessionate dall’idea di dovercela fare da sole a mandare avanti la casa, la famiglia, il lavoro, la piscina, gli impegni, gli amici, il bollo della macchina, il canone Rai, il giardino ecc…. Ci viene inculcata fin da piccole questa servitù nei confronti della famiglia, che spesso e volentieri, però, si ripercuote sul nostro umore: magari abbiamo la casa che brilla, ma noi siamo e ci sentiamo devastate.
Credo, invece, che sia ora di rilassarci un po’e di farci aiutare dai nostri compagni, senza per questo sentirci in colpa per il fatto di non aver fatto tutto da sole.
Perché, è inutile, noi donne siamo ancora ossessionate dall’idea di dovercela fare da sole a mandare avanti la casa, la famiglia, il lavoro, la piscina, gli impegni, gli amici, il bollo della macchina, il canone Rai, il giardino ecc…. Ci viene inculcata fin da piccole questa servitù nei confronti della famiglia, che spesso e volentieri, però, si ripercuote sul nostro umore: magari abbiamo la casa che brilla, ma noi siamo e ci sentiamo devastate.
Credo, invece, che sia ora di rilassarci un po’e di farci aiutare dai nostri compagni, senza per questo sentirci in colpa per il fatto di non aver fatto tutto da sole.
Quindi …. W i papà e la nostra serenità!
;)
www.mammamiacheblog.blogspot.it
Finalmente siamo sulla strada giusta x riconoscere ai papà il diritto di stare con i propri bimbi: non è giusto, per esempio, che alla nascita abbiano diritto solo ad un giorno di permesso...ci sono mille cose che andrebbero riviste. Speriamo sia solo l'inizio di un giusto cambiamento!
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