I libri sono da sempre la mia passione, devo ammettere però che da quando sono diventata mamma i libri che leggo sono decisamente pochi rispetto a prima e pressoché monotematici: puericultura a go go.
Il primo che ho acquistato dopo la nascita del mio bimbo è "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg.
Non poteva esserci titolo più accattivante per un neogenitore che si trova alle prese con un frugoletto tutto da interpretare, da capire, anzi, da decriptare!
Il pianto di un neonato per un neogenitore è una vera tortura e scatena angoscia e frustrazione perché ci si sente inadeguati, impreparati e incapaci di capire i bisogni del proprio piccolino e quindi di soddisfarli. Tranquille, ci siamo passate tutte, e questo libro cerca proprio di alleviare e dare una mano ai genitori in difficoltà (più o meno tutti quelli alla prima esperienza).
Ovvio, l'ho acquistato senza pensarci due volte e vi ho trovato moltissimi consigli e considerazioni interessanti.
La cosa forse più importante che spinge a fare è ascoltare il proprio bimbo, quindi non infilargli la tetta o il biberon in bocca appena emette un gemito, ma aspettare qualche istante cercando di analizzare i suoni emessi col suo pianto, perché come la Hogg insegna il pianto è il linguaggio dei neonati ed ogni esigenza si traduce in un pianto diverso, e i gesti che il suo piccolo corpicino compie istintivamente, quindi se si stropiccia gli occhi è stanco, al terzo sbadiglio preparalo per la nanna, se si porta le gambine e le manine sulla pancia ha bua al pancino ecc .... Mentre magari i gesti del corpo, con un po' di logica, si riesce ad interpretarli, per i gorgheggi emessi col pianto la faccenda si complica diventando appannaggio di genitori pressoché esperti, più che neogenitori, perché occorre una buona dose di lucidità e freddezza per lasciare che il proprio figlioletto si sgoli, anche se solo per qualche secondo.
Il libro offre comunque tantissimi consigli su ciò che riguarda un po' tutta la vita e la giornata dei neonati, dalla nanna, all'allattamento, al gioco, al bagnetto, alle coliche, alla vestizione ecc ... e propone anche un metodo (denominato E.A.S.Y.) per affrontare le esigenze dei neonati cercando però di salvaguardare anche un briciolo di tempo libero per la mamma.
Mentre ho fatto tesoro di tutto il resto, questo metodo non l'ho messo in pratica e non me ne sono pentita. Non ho voluto affrontare la maternità con l'ansia di dover rispettare gli orari o una sequenza esatta di attività per dare da subito abitudini certe e inderogabili o quasi al mio piccolino. Ho preferito lasciare che il mio bimbo ed io prendessimo il nostro ritmo con naturalezza senza imporre nulla e tutto è venuto da sé. Ci siamo "regolarizzati" senza bisogno di schemi precisi o regole. Ho letto però di altri genitori a cui il metodo E.A.S.Y. ha cambiato la vita in meglio. Nel libro stesso sono riportati esempi reali di famiglie a cui il metodo è servito.
Un altro aspetto trattato dalla Hogg nel libro è il carattere dei bimbi. Si sa che il carattere di ognuno viene plasmato dall'educazione e dalle esperienze di vita, ma non totalmente. La base del carattere è qualcosa che si ha nel momento stesso in cui si viene concepiti.
La Hogg suddivide i neonati in più categorie, dal bimbo angelico che come lo metti sta, a quello che segue i ritmi di crescita con una precisione svizzera fino a quel col carattere più ansioso che necessitano di attenzioni mirate. Per quest'ultima categoria la Hogg consiglia vivamente il suo metodo, perché di solito una sequenza di attività sempre identica tende a tranquillizzare i bebè più ansiosi che, abituandosi ad una routine, riescono in poco tempo ad aspettarsi ciò che arriverà dopo.
Ritengo quindi che sia un'ottima lettura da cui ricavare parecchi suggerimenti per affrontare con ancor più serenità la straordinaria esperienza della maternità.
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